Francesco V° ebbe il merito di dotare il suo Stato di una codificazione non inferiore nel complesso alle altre italiane, l’annessione al ducato della Grafagnana e della Lunigiana, retti da leggi diverse, fece sentire più vivo e più urgente il bisogno di una codificazione unificatrice. Francesco V°, nel 1849, istituì una commissione per la compilazione dei codici ed egli stesso vi prese parte assiduamente, così che in pochi anni l’opera si vide ultimata. Il Codice Civile fu promulgato il 25 ottobre 1851 con osservanza dal 1° febbraio 1852. Nell’Editto di promulgazione il principe dopo avere accennato al disegno paterno di codificazione, soggiunge: "Questa cura è passata a noi, resa più grave per l’aggregazione ai nostri dominj di più territori già appartenenti ad altri stati d’Italia. Nelle provincie infatti che attualmente compongono lo Stato Estense, ebbero a trovarsi in vigore più legislazioni fra loro diverse, e indussero la necessità di preordinare sopra una base più ampia il piano delle nuove leggi. Fu quindi da noi disposto che un nuovo corpo di leggi civili e criminali colle rispettive procedure venisse compilato da apposita commissione, e si dovesse desumere in parte dai materiali preesistenti, ed in parte dalle legislazioni dei paesi limitrofi, siccome quelli i di cui abitanti hanno coi nostri sudditi indole e bisogni pressoché uniformi".
Note sull'opera
copia di notevole freschezza, insignificante macchiolina al piede del margine inf. delle ultime carte, antico restauro alle pp. 551/52 e 553/54.