Questa opera sulla interpretazione delle leggi penali è la principale dell’Inisigne giurista toscano Cremani. Al ritorno del Granduca nel 1799 fu chiamato ad assistere un triunvirato di Senatori eletti per gli affari di polizia. Formò così la Camera Nera proponendo che gli incriminati (Giacobini o amici dei francesi) fossero giudicati in via economica, cioè senza l’intervento del pubblico dibattito, e si diede alla persecuzione spietata politica e religiosa. In poco più di 15 mesi imbastì fino a 32.000 processi ed emanò 20.000 sentenze. I documenti processuali furono poi bruciati nel 1801.
sparse fioriture e aloni al margine superiore bianco del tomo I
Note sull'opera
sparse fioriture e aloni al margine superiore bianco del tomo I
Note sull'autore
Cremani AloysiInsigne criminalista nato ad Arezzo nel 1748 e morto a Firenze nel 1830. Fu ostile alla Rivoluzione Francese, tornò in toscana nel 1796 dove, sotto Ferdinando III°, fu nominato Presidente della Ruota Criminale.Lasciò un corso, molto stimato sulla interpretazione delle Leggi Penali “De Iure Criminali” e un commento alle Istituzioni Imperiali.Nel 1799, caduta la toscana nelle mani dei francesi egli si piegò ai nemici; ma tornato il Granduca lo stesso anno ed iniziatasi la politica reazionaria contro i giacobini, il Cremani fu chiamato ad assistere il triumvirato di Senatori eletti per gli affari di polizia.In questa qualità, insieme a Gualberto Bagnai e Vincenzo Fabroni, formò la “Camera Nera” di ingloriosa memoria.Egli allora propose che gli incriminati fossero giudicati, per via economica, cioè senza l’intervento del pubblico dibattito, e si diede alla persecuzione spietata politica e religiosa.Quel Tribunale politico eccezionale imbastì, in poco più di quindici mesi, fino a 32.000 processi ed emanò oltre 20.000 sentenze.Tanta congerie di documenti processuali accumulata da Cremani fu poi data alle fiamme nel 1801.Contro di lui, Raimondo Leoni mandò alle stampe un libello in sesta rima dal titolo “l’Egira Toscana o sia la Cremania”.Il Carmignani lo definì: “uomo di grande dottrina ma adulatore del potere, di sentimenti inclinato alla severità ed ostile allo spirito filosofico del suo tempo” .