Come pedagogista, è il più notevole tra i barnabiti: la sua opera più importante, in questo campo, sono le Réflexions sur la théorie et la pratique de l'éducation,contre les principes de J.-J. Rousseau (Torino 1763: ripubblicato col titolo di Anti-Émile). Egli non avvertiva, così, il valore del concetto rousseauiano della libertà; ma nella sua critica erano d'altronde implicite molte giuste osservazioni circa gli aspetti estremi del naturalismo del Rousseau, in cui il motivo ideale dello stato di natura veniva spesso in contraddizíone con le esigenze di un'educazione civile. E la finezza delle sue osservazioni era riconosciuta dallo stesso Rousseau, che dichiarò la critica del G. l'unica che avesse avuto la pazienza di leggere per intero, e dal cui autore gli fosse dispiaciuto di non essere stato compreso.
Note sull'opera
Bel ritratto di Gerdil in antiporta, 4 tavole fuori testo ripiegate. Contenuto: 1-2) Filosofia speculativa; 3) Filosofia del costume, diritto, società; 4-5) Teologia polemica e diritto canonico; 6) Teologia morale; 7) Varietà.
Note sull'autore
Gerdil Giacinto SigismondoBarnabita, nato a Samoens (Savoia) nel 1718, morto a Roma nel 1802. Dopo avere studiato coi barnabiti di Thonon e di Annecy, entrò nell'ordine e compì gli studî di teologia all'università di Bologna, dove divenne caro al cardinale P. Lambertini, poi papa Benedetto XIV. Fu professore di filosofia nelle università di Macerata e di Torino e precettore del principe di Piemonte, figlio di Carlo Emanuele III e poi re col nome di Carlo Emanuele IV (per cui scrisse le Pensées sur les devoirs des différents états de la vie e il Plan des études ou compte-rendu des études de S. A. R. Monseigneur le Prince de Piémont). Nel 1787 fu creato cardinale da Pio VI.