Frutto di un ventennale lavoro e di una lunga esperienza di insegnamento l'opera del Pecchi apportò un contributo importante alla disciplina dei diritti sulle acque e sull'uso di esse. Queste formulazioni, nella loro applicazione pratica, hanno ispirato una parte notevole della disciplina oggi vigente. Fu anche ispirazione per le opere sul diritto delle acque di Romagnosi e di Gianzana che di lui disse: " Questi è per me il vero inauguratore del giure sulle acque. Fu egli invero che radunò i materiali sparsi nei vari statuti, nelle singolari decisioni dei giureconsulti e dei magistrati municipali, collegandole in un sistema. Disciplinò i rapporti nascenti dalle acque in modo che l'interesse particolare avesse il suo tornaconto, il sociale conseguisse il suo scopo... (leggendo le opere di lui) ciascuno non potrà fare a meno di ammirare la potenza di quella mente, la quale nel dubbio difficilmente errò, gettandosi facilmente nel lato ove stava il senno comune ".
Note sull'opera
diverse incisioni in legno rappresentanti corsi d'acqua e fiumi nel testo ed alcune fuori testo ripiegate, al tomo III° manca l'ultima carta bianca, alcune carte brunite ai tomo III° e IV°.
Note sull'autore
Pecchi Francesco MariaGiurista lombardo nato a Battuda (Pavia) nel 1618 ed ivi morto nel 1693. Professore nell'ateneo pavese dal 1659 fino alla morte. Ricordato per il suo trattato sulle acque che, sapendo coniugare sapientemente il diritto romano con le esigenze pratiche del suo tempo, ebbe notevole successo e fu per molto tempo puntio di riferimento per la materia.